Racconto di uno stage: Assisi 2025
- Jisei Do Lissone
- 18 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Un vecchio adagio Zen recita:
“ anche un cammino di mille leghe incomincia sempre con un primo passo…”
Un passo metaforico che per noi è stato anche un passo fisico, un viaggio!
Ho sempre pensato al viaggio come a un cammino fatto di luoghi, di incontri di atmosfere e di emozioni. Un tempo ignoto da poter riempire e al quale dare un significato.
Siamo partiti presto, anche questa volta come nell’ autunno scorso, per goderci il viaggio e perché no, la buona cucina toscana. Ci siamo fermati sulla “Via” in quel di Caprese Michelangelo, un piccolo borgo tra i monti, dove è nato uno dei più grandi artisti dell’umanità: Michelangelo Buonarroti.
C’ero già stato, avevo già visitato la sua casa natale, e come allora ho provato un forte brivido nel leggere il documento che ne indicava la nascita, 6 marzo 1475!
Strada facendo ho pensato a quanto è bella l’Italia, a quante storie si nascondono tra quelle case e quei monti. Storie di uomini importanti, storie spesso dimenticate o trascurate. Prima, sul cammino, Sarsina dove è nato nel 184 a.C. uno dei più importanti letterati latini Tito Maccio Plauto, poi Sansepolcro dove ha visto la luce Piero della Francesca, per finire ad Assisi, nella città di Santa Chiara e San Francesco colossi del cristianesimo e della spiritualità.
Fare questa strada è come respirare energia pura. Anche il paesaggio selvaggio tutt’intorno aiuta a lasciarsi andare e a sognare. Ripercorrere questi luoghi è come attraversare la nostra storia.
Poi, quasi all’improvviso, eccola lì Assisi, abbarbicata alle pendici del monte Subasio a dominare la pianura sottostante e a farle da sentinella quasi a proteggerla.
Ci si ritrova tutti qui, all’Oasi del Sacro Cuore, la sera per l’ora di cena. Ed è qui che avverto che i legami si stanno facendo sempre più solidi e saldi, che i cuori sono aperti a dare e ricevere. Condivideremo il sacro (la pratica) e il profano (i momenti di relax e le visite alla città e al suo intorno). Ciascuno con il suo fardello di preoccupazioni e, al tempo stesso, con la voglia di esserci e di partecipare.
Alla fine, resta un’esperienza unica fatta di sudore, di studio e di spirito di appartenenza.
Al Maestro Tokitsu il nostro affetto sincero e il ringraziamento di noi tutti per la sua dedizione e profondità nella pratica e nell’insegnamento.
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